Intuizioni linguistiche e filosofia sperimentale: metodi a confronto
Nell’ultimo decennio si è infittito il dibattito sul ruolo della filosofia sperimentale rispetto alla cosiddetta filosofia ‘in poltrona’ (‘armchair philosophy’). La discussione, che riguarda i metodi della filosofia analitica in generale, ha ricadute di grande interesse per la filosofia del linguag...
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Formato: | article |
Lenguaje: | EN FR IT |
Publicado: |
Rosenberg & Sellier
2019
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Materias: | |
Acceso en línea: | https://doaj.org/article/1c17cae632ec4244b38a9d6e4b6f166d |
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Sumario: | Nell’ultimo decennio si è infittito il dibattito sul ruolo della filosofia sperimentale rispetto alla cosiddetta filosofia ‘in poltrona’ (‘armchair philosophy’). La discussione, che riguarda i metodi della filosofia analitica in generale, ha ricadute di grande interesse per la filosofia del linguaggio in particolare. In questo articolo presento un caso in cui una questione centrale nello studio dei termini espressivi – cioè se il contenuto offensivo delle espressioni denigratorie sopravviva o no nell’interazione con operatori semantici e in particolare con la negazione – è stata affrontata quasi contemporaneamente adottando metodi filosofici differenti: (i) in poltrona, (ii) attraverso l’applicazione di test linguistici e (iii) attraverso metodi sperimentali. I tre metodi – così diversi per tradizione e prospettive – offrono risultati convergenti. Casi come questi mostrano come una pluralità metodologica e un atteggiamento più ecumenico rispetto allo scontro tra filosofia sperimentale e filosofia ‘in poltrona’ non siano da temere ma anzi da perseguire.
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