Scrittrici italiane: dai corpi reclusi ai “corpi liberati”

Molte scrittrici italiane hanno scritto da spazi chiusi come le celle dei conventi, delle carceri e dei manicomi, elaborando strategie narrative che hanno loro permesso di farne motivo di libertà anche scandalosa. La mistica Maddalena de’ Pazzi, Goliarda Sapienza de L’università di Rebibbia, Luce D...

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Autor principal: Laura Fortini
Formato: article
Lenguaje:EN
FR
IT
Publicado: Università degli Studi di Cagliari 2021
Materias:
G
Acceso en línea:https://doaj.org/article/217f4f47cbdb4ebe8531e3d7e98eef69
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Sumario:Molte scrittrici italiane hanno scritto da spazi chiusi come le celle dei conventi, delle carceri e dei manicomi, elaborando strategie narrative che hanno loro permesso di farne motivo di libertà anche scandalosa. La mistica Maddalena de’ Pazzi, Goliarda Sapienza de L’università di Rebibbia, Luce D’Eramo di Deviazione, fino ad arrivare a Fabrizia Ramondino di Passaggio a Trieste, descrivono reclusioni in cui gli spazi di libertà sono sovente spazi conquistati grazie alle altre coprotagoniste delle loro narrazioni: le consorelle di Maddalena de’ Pazzi, le altre recluse di Goliarda Sapienza, le coautrici della narrazione di Ramondino. L’interlocuzione con la tradizione precedente, in cui il modello delle Lettere dal carcere di Gramsci svolge un ruolo preminente, permette di evidenziare anche il distacco originale da essa.