“La rinascita della fortuna di Dante in Gran Bretagna vis-à-vis l’ideologia e l’estetica mainstream nell’epoca romantica: il caso della metamorfosi del Lucifero dantesco nella triade Milton, Cary, e Blake.

La straordinaria fortuna di Dante nella cultura britannica fra la fine del Settecento e il primo trentennio dell’Ottocento – vista attraverso le lenti di Henry Francis Cary, autore di una traduzione canonica della Commedia in lingua inglese, e quelle di William Blake, il poeta-illustratore di Dante...

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Autor principal: Edoardo Crisafulli
Formato: article
Lenguaje:CA
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IT
Publicado: Universitat Autònoma de Barcelona 2020
Materias:
P
Acceso en línea:https://doaj.org/article/2fe3fcb1142548728db50f4466f8f05e
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Sumario:La straordinaria fortuna di Dante nella cultura britannica fra la fine del Settecento e il primo trentennio dell’Ottocento – vista attraverso le lenti di Henry Francis Cary, autore di una traduzione canonica della Commedia in lingua inglese, e quelle di William Blake, il poeta-illustratore di Dante per antonomasia – getta un fascio di luce sulle idee religiose, politiche ed estetiche dominanti in quel periodo. I romantici britannici modernizzano l’escatologia medievale della Commedia, alcuni di essi deteologizzano in toto la visione dantesca. Notevole è la forza attrattiva dell’anticlericalismo dantesco, inteso come segno di proto-protestantesimo. Il paradigma romantico è ambivalente: viene riconosciuta la genialità di Dante, ma il suo peculiare plurilinguismo con forti accenti realistici è ritenuto dissonante nell’epica religiosa. Il realismo figurativo, reputato grottesco, contraddice i dettami del sublime-patetico elaborati da Burke. Eloquente la comparazione fra la rappresentazione dantesca di Lucifero e le sue metamorfosi in epoca romantica, il cui archetipo è il Satana eroico di Milton. H. F. Cary e W. Blake, nel tradurre Dante, dialogano con due testi originali, La Commedia e il Paradise Lost, talché il Satana eroico di Milton si sovrappone al Lucifero bestiale del Canto XXXIV dell’Inferno. Il Satana blakeano – emblema di un’umanità decaduta a causa di un’immaginazione poetica rattrappita – modernizza ma non offusca il sostrato concettuale del male assoluto espresso dalla metafisica cristiana.