Un «Re di fiori» per Nerone: modelli desunti dalle stampe nelle botteghe sardo-catalane (1488-1518)

In epoca tardomedievale un modello artistico, inteso come immagine o forma esemplare da imitare e riprodurre, nasceva grazie all’azione innovatrice degli artisti capaci di trasferire in immagini i linguaggi, le suggestioni, i racconti generati dalle esigenze comunicative del proprio sostrato sociale...

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Autor principal: Enrico Pusceddu
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Publicado: Universitat Autonoma de Barcelona. Departament d'Art i Musica 2016
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spelling oai:doaj.org-article:42ecfb203d134b2cb240d35b0d8460642021-11-26T10:44:47ZUn «Re di fiori» per Nerone: modelli desunti dalle stampe nelle botteghe sardo-catalane (1488-1518)10.5565/rev/locus.2771135-97222014-8798https://doaj.org/article/42ecfb203d134b2cb240d35b0d8460642016-12-01T00:00:00Zhttps://revistes.uab.cat/locus/article/view/277https://doaj.org/toc/1135-9722https://doaj.org/toc/2014-8798In epoca tardomedievale un modello artistico, inteso come immagine o forma esemplare da imitare e riprodurre, nasceva grazie all’azione innovatrice degli artisti capaci di trasferire in immagini i linguaggi, le suggestioni, i racconti generati dalle esigenze comunicative del proprio sostrato sociale e culturale. A partire dalla seconda metà del XV secolo, con l’avvento sul mercato dei libri stampati, che spesso contenevano illustrazioni, si diffusero negli stessi canali commerciali anche la vendita e lo scambio delle stampe d’immagini prodotte dalle incisioni dei più noti maestri europei. Le stampe potevano essere realizzate attraverso diverse tecniche incisorie; vendute singolarmente o raccolte in cicli tematici, di grande tiratura o di ridotta diffusione; prodotte da lastre incise dalla mano degli stessi pittori o frutto del meticoloso lavoro di copiatura degli orafi o degli incisori che ben presto si specializzarono in queste riproduzioni. Le stampe, grazie alla loro rapida e capillare circolazione, divennero intermediarie privilegiate tra i modelli figurativi ideati dai grandi maestri e l’opera degli artisti attivi fino nelle regioni più periferiche d’Europa, contribuendo, al contempo, ad arricchire e diffondere il dizionario figurativo a disposizione dei pittori tardomedievali. Un’attenta analisi comparativa tra alcune delle immagini contenute nelle stampe degli incisori italiani e Nordeuropei attivi dal 1450 fino al 1518 e le opere pittoriche degli artisti operanti negli stessi anni nelle botteghe sardo-catalane, dimostrerà il pieno inserimento della Sardegna nei vivaci circuiti artistici internazionali che, all’epoca, caratterizzarono gli stilemi tardogotici percorrendo in lungo e in largo tutte le sponde del Mediterraneo.Enrico PuscedduUniversitat Autonoma de Barcelona. Departament d'Art i MusicaarticlestamperetabloSardegnaCatalognapitturaQuattrocentoHistory of the artsNX440-632CAENESFRITPTLocvs Amoenvs, Vol 14, Iss 1 (2016)
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Enrico Pusceddu
Un «Re di fiori» per Nerone: modelli desunti dalle stampe nelle botteghe sardo-catalane (1488-1518)
description In epoca tardomedievale un modello artistico, inteso come immagine o forma esemplare da imitare e riprodurre, nasceva grazie all’azione innovatrice degli artisti capaci di trasferire in immagini i linguaggi, le suggestioni, i racconti generati dalle esigenze comunicative del proprio sostrato sociale e culturale. A partire dalla seconda metà del XV secolo, con l’avvento sul mercato dei libri stampati, che spesso contenevano illustrazioni, si diffusero negli stessi canali commerciali anche la vendita e lo scambio delle stampe d’immagini prodotte dalle incisioni dei più noti maestri europei. Le stampe potevano essere realizzate attraverso diverse tecniche incisorie; vendute singolarmente o raccolte in cicli tematici, di grande tiratura o di ridotta diffusione; prodotte da lastre incise dalla mano degli stessi pittori o frutto del meticoloso lavoro di copiatura degli orafi o degli incisori che ben presto si specializzarono in queste riproduzioni. Le stampe, grazie alla loro rapida e capillare circolazione, divennero intermediarie privilegiate tra i modelli figurativi ideati dai grandi maestri e l’opera degli artisti attivi fino nelle regioni più periferiche d’Europa, contribuendo, al contempo, ad arricchire e diffondere il dizionario figurativo a disposizione dei pittori tardomedievali. Un’attenta analisi comparativa tra alcune delle immagini contenute nelle stampe degli incisori italiani e Nordeuropei attivi dal 1450 fino al 1518 e le opere pittoriche degli artisti operanti negli stessi anni nelle botteghe sardo-catalane, dimostrerà il pieno inserimento della Sardegna nei vivaci circuiti artistici internazionali che, all’epoca, caratterizzarono gli stilemi tardogotici percorrendo in lungo e in largo tutte le sponde del Mediterraneo.
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