La donna fantasma: immagini del petrarchismo filmico

Anche se la forza e la vastità delle influenze petrarchesche nel cinema debbono talvolta essere cercate e trovate con la pazienza certosina dell’entomologo o dello studioso di metafore, Gino Frezza rintraccia significative e ineludibili presenze delle figure poetiche petrarchesche nella tradizione f...

Descripción completa

Guardado en:
Detalles Bibliográficos
Autor principal: Gino Frezza
Formato: article
Lenguaje:CA
EN
IT
Publicado: Swervei de publicacions 2006
Materias:
Acceso en línea:https://doaj.org/article/4cf07f477ed24a759c823e0215245712
Etiquetas: Agregar Etiqueta
Sin Etiquetas, Sea el primero en etiquetar este registro!
Descripción
Sumario:Anche se la forza e la vastità delle influenze petrarchesche nel cinema debbono talvolta essere cercate e trovate con la pazienza certosina dell’entomologo o dello studioso di metafore, Gino Frezza rintraccia significative e ineludibili presenze delle figure poetiche petrarchesche nella tradizione filmica del cinema classico e in quello moderno e contemporaneo. Il rapporto fra l’opera di Petrarca e il cinema si rivela, seppure in filigrana, nella cruciale, enigmatica, valenza di un crocevia culturale non secondario, ricorrente, denso di sorprese. Prima Frezza ripercorre come Petrarca, nelle rime del Canzoniere, trama la difficile, complessa, interfaccia fra rima e immagine, dimensione della scrittura e configurazione visiva, e come, per tale interfaccia, si imponga la figura della Donna nei termini di una immagine ad alto coefficiente fantasmatico. Poi l’autore illustra la permanenza dei temi poetici del Petrarca in un ambito di produzioni filmiche appartenenti ad autori ed epoche del Novecento che, con l’opera del poeta italiano, non hanno rapporti espliciti né affiliazioni o vicinanze metaforiche. Ecco dunque la «donna fantasma» petrarchesca trasformarsi nelle fisionomie filmiche della donna-quadro e della donna-specchio, della donna-statua, della donna-ricordo e, infine, della donna-idea. L’analisi delle influenze petrarchesche nel cinema si conclude ascrivendo al poeta italiano trecentesco l’origine più lucidamente consapevole di una teoria delle lacrime, che non a caso e molto spesso coprono d’improvviso gli occhi degli spettatori di cinema. Le lacrime spettatoriali —una esperienza insieme fisica e lirica, manifesta e intima— corrispondono alle lagrime petrarchesche, a fronte della vanità terrena dei mortali.