Petrarca e le arti: l’occhio della mente fra i segni del mondo
Con questo studio si percorrono i numerosi luoghi dell’opera petrarchesca impegnati in questioni d’arte, sugli artisti, gli artefici, le opere che il poeta ebbe modo di vedere o frequentare. Si tratta di esperienze che è necessario indagare attraverso la prospettiva privilegiata della costruzione de...
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Formato: | article |
Lenguaje: | CA EN IT |
Publicado: |
Swervei de publicacions
2006
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Acceso en línea: | https://doaj.org/article/5d585f66cfd84062aec4b7717a05d698 |
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Sumario: | Con questo studio si percorrono i numerosi luoghi dell’opera petrarchesca impegnati in questioni d’arte, sugli artisti, gli artefici, le opere che il poeta ebbe modo di vedere o frequentare. Si tratta di esperienze che è necessario indagare attraverso la prospettiva privilegiata della costruzione della biblioteca di Petrarca e del suo specifico amor librorum: perché di fatto l’avvicinamento all’arte —nei casi petrarcheschi qui studiati— avviene invariabilmente in nome di un distacco dal valore materiale di essa e a favore esclusivo, invece, di una superiore substantia spirituale riconosciuta all’esecuzione artistica. Si passano in rassegna perciò alcuni esempi di collaborazione interpretativa fra testi e immagini all’interno dei manoscritti prodotti per Petrarca e dietro sua specifica commissione, in modo da evidenziare una sorta di gara tra l’immagine e la scrittura tenuta dal poeta sotto l’egida di una visione classica e classicistica del problema, e commentata in fasi varie della sua esistenza sulle pagine della sua estesa produzione epistolare. Si studiano altresì i rapporti di Petrarca con Simone Martini nonché un codice in particolare, contenente il testo delle Deche di Tito Livio, che segnò in modo straordinario l’attitudine del poeta nei confronti degli oggetti d’arte. |
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