Finzioni e funzioni del sogno: la costante onirico-ideologica nella lirica occitana tra cinque e novecento

L’articolo prende in esame gli autori occitani moderni e contemporanei che hanno utilizzato sistematicamente il tema poetico del sogno attribuendogli la funzione ideologica di strumento per la rivendicazione politico-letteraria di riscoperta ed esaltazione del passato, specificamente dell’eredità tr...

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Autor principal: Roberta Capelli
Formato: article
Lenguaje:CA
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Publicado: Swervei de publicacions 2008
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Acceso en línea:https://doaj.org/article/85f8f5f1dcd34ba299f44eee288380be
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Sumario:L’articolo prende in esame gli autori occitani moderni e contemporanei che hanno utilizzato sistematicamente il tema poetico del sogno attribuendogli la funzione ideologica di strumento per la rivendicazione politico-letteraria di riscoperta ed esaltazione del passato, specificamente dell’eredità trobadorica, in quanto epoca d’oro dell’indipendenza linguistica, economica e artistica del Midi della Francia. Da Jean de Nostredame, precursore erudito della rinascenza provenzale del XVI secolo, fino al contemporaneo Max Rouquette, passando per l’opera mediatrice primo ottocentesca di Fabre d’Olivet e il patriottismo sentimentale di Frédéric Mistral (Premio Nobel per la Letteratura nel 1904), l’analisi sincronica e diacronica del presente contributo evidenzia le caratteristiche fondamentali di ciascun autore in rapporto alla tendenza generale di una poesia «impegnata», dove l’elemento onirico è usato come parentesi meta-narrativa all’interno del discorso poetico, concepito per accogliere le riflessioni del poeta sulla sua missione nella e per la Storia, in forma di immagine atemporale, collettiva, universalizzante.