«Uno spettrale e inguistificato splendore»: Il fantastico nelle trasposizioni fumettistiche di Dino Bataglia
All’interno dell’ambito fumettistico italiano ed europeo, troppo spesso denigrato e relegato ai margini del discorso culturale, Dino Battaglia è unanimemente considerato uno dei grandi maestri di quella che Pratt giustamente definiva “letteratura disegnata”, uno degli autori che più ha saputo porre...
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Universitat Autònoma de Barcelona
2017
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oai:doaj.org-article:994f48dfd2804230a9acdfc50882f9252021-11-26T12:44:32Z«Uno spettrale e inguistificato splendore»: Il fantastico nelle trasposizioni fumettistiche di Dino Bataglia10.5565/rev/brumal.3852014-7910https://doaj.org/article/994f48dfd2804230a9acdfc50882f9252017-06-01T00:00:00Zhttps://revistes.uab.cat/brumal/article/view/385https://doaj.org/toc/2014-7910 All’interno dell’ambito fumettistico italiano ed europeo, troppo spesso denigrato e relegato ai margini del discorso culturale, Dino Battaglia è unanimemente considerato uno dei grandi maestri di quella che Pratt giustamente definiva “letteratura disegnata”, uno degli autori che più ha saputo porre al centro della sua ricerca artistica e intellettuale la riflessione sull’assoluta valenza linguistica del fumetto e sulla sua alterità rispetto al linguaggio puramente verbale, riflessione che ha costantemente indirizzato la sua eccezionale opera. Ciò è ancor più evidente nei tanti adattamenti di grandi testi letterari che costituiscono la parte più rilevante della sua produzione, vere e proprie riscritture che rappresentarono per Battaglia il terreno di sperimentazione ideale dove focalizzarsi su quella tensione stilistica, dalle inusuali tecniche di disegno adoperate a una nuova concezione di “architettura” della tavola, che sorregge la trasposizione dall’uno all’altro codice. Non solo ad una mera predilezione personale si iscrive dunque la scelta di “riscrivere” molti capolavori del genere fantastico: se per fantastico intendiamo con Todorov un genere letterario che fa dell’esitazione e dell’ambiguità i suoi elementi costitutivi, sempre in bilico tra le categorie attigue del “étrange” e del “merveilleux”, appare chiaro che la traduzione in un altro linguaggio, come appunto quello del fumetto, del quid fantastico necessiterà, prima ancora che della presenza di specifiche tematiche e di una semantica distintiva, di strategie diverse per riproporre quell’indeterminatezza indispensabile ad una rappresentazione, tanto verbale quanto figurativa, del perturbante. Il lavoro di trasposizione che l’artista veneziano compie nell’ultimo periodo della sua carriera su diversi racconti di Edgar Allan Poe, autore tra i più rappresentativi della tradizione ottocentesca del genere, si dimostra dunque paradigmatico di questa ostinata ricerca stilistica; attraverso un puntuale confronto comparativo con i testi originali di Poe, il presente studio andrà dunque a rilevare le strategie formali e le tecniche rappresentative adoperate da Battaglia per ricreare nel linguaggio proprio del fumetto quell’inquietante inesplicabilità che fa dei suoi “racconti disegnati” delle autentiche opere fantastiche. Davide CarnevaleUniversitat Autònoma de BarcelonaarticleDino BattagliaEdgar Allan PoefantasticofumettotrasposizioneGeneral WorksAENESFRITPTBrumal: Revista de Investigación sobre lo Fantástico, Vol 5, Iss 1 (2017) |
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Dino Battaglia Edgar Allan Poe fantastico fumetto trasposizione General Works A |
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Dino Battaglia Edgar Allan Poe fantastico fumetto trasposizione General Works A Davide Carnevale «Uno spettrale e inguistificato splendore»: Il fantastico nelle trasposizioni fumettistiche di Dino Bataglia |
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All’interno dell’ambito fumettistico italiano ed europeo, troppo spesso denigrato e relegato ai margini del discorso culturale, Dino Battaglia è unanimemente considerato uno dei grandi maestri di quella che Pratt giustamente definiva “letteratura disegnata”, uno degli autori che più ha saputo porre al centro della sua ricerca artistica e intellettuale la riflessione sull’assoluta valenza linguistica del fumetto e sulla sua alterità rispetto al linguaggio puramente verbale, riflessione che ha costantemente indirizzato la sua eccezionale opera. Ciò è ancor più evidente nei tanti adattamenti di grandi testi letterari che costituiscono la parte più rilevante della sua produzione, vere e proprie riscritture che rappresentarono per Battaglia il terreno di sperimentazione ideale dove focalizzarsi su quella tensione stilistica, dalle inusuali tecniche di disegno adoperate a una nuova concezione di “architettura” della tavola, che sorregge la trasposizione dall’uno all’altro codice.
Non solo ad una mera predilezione personale si iscrive dunque la scelta di “riscrivere” molti capolavori del genere fantastico: se per fantastico intendiamo con Todorov un genere letterario che fa dell’esitazione e dell’ambiguità i suoi elementi costitutivi, sempre in bilico tra le categorie attigue del “étrange” e del “merveilleux”, appare chiaro che la traduzione in un altro linguaggio, come appunto quello del fumetto, del quid fantastico necessiterà, prima ancora che della presenza di specifiche tematiche e di una semantica distintiva, di strategie diverse per riproporre quell’indeterminatezza indispensabile ad una rappresentazione, tanto verbale quanto figurativa, del perturbante. Il lavoro di trasposizione che l’artista veneziano compie nell’ultimo periodo della sua carriera su diversi racconti di Edgar Allan Poe, autore tra i più rappresentativi della tradizione ottocentesca del genere, si dimostra dunque paradigmatico di questa ostinata ricerca stilistica; attraverso un puntuale confronto comparativo con i testi originali di Poe, il presente studio andrà dunque a rilevare le strategie formali e le tecniche rappresentative adoperate da Battaglia per ricreare nel linguaggio proprio del fumetto quell’inquietante inesplicabilità che fa dei suoi “racconti disegnati” delle autentiche opere fantastiche.
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