La Commedia dell’Arte

Questo articolo analizza le origini e lo sviluppo della Commedia dell’Arte e del tipo di drammaturgia utilizzata. All’inizio del Cinquecento il mestiere di chi si guadagnava da vivere recitando divenne molto diffuso e si trasformò da attività prevalentemente individuale in attività di gruppo. Al 154...

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Autor principal: Siro Ferrone
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Lenguaje:CA
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Publicado: Swervei de publicacions 1997
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Acceso en línea:https://doaj.org/article/9c4b959d35bf4011b1f2d1bde50b6093
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Sumario:Questo articolo analizza le origini e lo sviluppo della Commedia dell’Arte e del tipo di drammaturgia utilizzata. All’inizio del Cinquecento il mestiere di chi si guadagnava da vivere recitando divenne molto diffuso e si trasformò da attività prevalentemente individuale in attività di gruppo. Al 1545 risale il primo atto notarile conosciuto che registra la costituzione di una «fraternal compagnia». La prima generazione dei comici dell’Arte fu una confederazione di mestieri teatrali, nella quale la messa in comune dei rispettivi patrimoni attorici fu resa fertile dalla diversa origine municipale dei contraenti il patto. Dovette trascorrere almeno un’altra generazione perché, con il Il teatro delle favole rappresentative di Flaminio Scala (1611), la Commedia dell’Arte potesse trovare un riscontro editoriale originale che, anche nella tecnica di riproduzione dei materiali teatrali, fosse in grado di rispettare l’autonomia, sia pur imperfetta, del mestiere. Solo una minima parte dell’universo comico professionale preesistente (i buffoni solitari, gli artigiani senesi napoletani fiorentini e pavani, i ballerini e i ciarlatani) cercò di trovare riparo sotto le ali protettive delle compagnie professionali. La committenza straordinaria delle corti fu tuttavia un principio regolatore che consentì alle compagnie degli attori di regolare il loro calendario di attività. In funzione di quella destinazione la commedia apparve il passe-partout che avrebbe potuto fornire a una ragione sociale d’ordine commerciale giustificativi d’ordine retorico. Il drammaturgo coincise con il capocomico-organizzatore. E fu lui il prezioso manager che guidò l’incerto adeguamento degli attori, educati alle antiche arti di buffone, ai nuovi ruoli. Per avere la prima edizione a stampa di un canovaccio bisogna aspettare il 1602. In generale, risulta evidente come il teatro di performance sia ben più forte della rappresentazione. Si stabiliva che non c’era teatro prima degli attori, che non c’erano testi prima dello spettacolo, che il copione poteva essere steso, come ogni onesto bilancio, solo alla fine di molte repliche. Il carattere consuntivo divenne così il tratto originale della drammaturgia dei comici di mestiere.