Smetterla con la guerra dell'Europa ai migranti

L'articolo denuncia la guerra dell'Europa contro i/le rifugiati/e e i/le migranti. Suggerisce che le donne potrebbero strategicamente trovare i loro migliori alleati in questo gruppo. Donne e rifugiati sono infatti, in qualche modo, "cittadini mancanti", e hanno un interesse comu...

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Autor principal: Rada Iveković
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Lenguaje:CA
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Publicado: Universitat de Barcelona 2018
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Acceso en línea:https://doaj.org/article/b48ef0f6c5614911b183c8f0a4540a5d
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spelling oai:doaj.org-article:b48ef0f6c5614911b183c8f0a4540a5d2021-12-02T17:55:55ZSmetterla con la guerra dell'Europa ai migranti10.1344/Lectora2018.24.21136-57812013-9470https://doaj.org/article/b48ef0f6c5614911b183c8f0a4540a5d2018-10-01T00:00:00Zhttp://revistes.ub.edu/index.php/lectora/article/view/25050https://doaj.org/toc/1136-5781https://doaj.org/toc/2013-9470L'articolo denuncia la guerra dell'Europa contro i/le rifugiati/e e i/le migranti. Suggerisce che le donne potrebbero strategicamente trovare i loro migliori alleati in questo gruppo. Donne e rifugiati sono infatti, in qualche modo, "cittadini mancanti", e hanno un interesse comune a decostruire l'attuale egemonia maschile e neoliberale. A questo scopo, sarebbe utile una qualche rinuncia al radicamento forte del soggetto e dell'ego nel proprio interesse. Ciò richiede una disposizione culturale e politica che andrà costruita nel lungo termine, ma i cui vantaggi evidenti sono ormai visibili e largamente condivisi. Rada IvekovićUniversitat de Barcelonaarticlemigrantirifugiatidonnedebitospodestamento del sésubalterniWomen. FeminismHQ1101-2030.7CAENESEUFRGLITPTLectora: Revista de Dones i Textualitat, Iss 24 (2018)
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Rada Iveković
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description L'articolo denuncia la guerra dell'Europa contro i/le rifugiati/e e i/le migranti. Suggerisce che le donne potrebbero strategicamente trovare i loro migliori alleati in questo gruppo. Donne e rifugiati sono infatti, in qualche modo, "cittadini mancanti", e hanno un interesse comune a decostruire l'attuale egemonia maschile e neoliberale. A questo scopo, sarebbe utile una qualche rinuncia al radicamento forte del soggetto e dell'ego nel proprio interesse. Ciò richiede una disposizione culturale e politica che andrà costruita nel lungo termine, ma i cui vantaggi evidenti sono ormai visibili e largamente condivisi.
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