La Spagna nello Zibaldone

Il saggio in oggetto si propone di analizzare le carte zibaldoniche in cui Leopardi tratta della nazione spagnola, al fine di stabilire quale opinione esprima il poeta della condizione socio-antropologica, culturale, linguistico-letteraria della Spagna. Si osserva innanzitutto come, nell’ottica leop...

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Autor principal: Costanza Geddes da Filicaia
Formato: article
Lenguaje:CA
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IT
Publicado: Swervei de publicacions 2007
Materias:
Acceso en línea:https://doaj.org/article/f2281a89f035483dbd681e5b2dbc8fed
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Sumario:Il saggio in oggetto si propone di analizzare le carte zibaldoniche in cui Leopardi tratta della nazione spagnola, al fine di stabilire quale opinione esprima il poeta della condizione socio-antropologica, culturale, linguistico-letteraria della Spagna. Si osserva innanzitutto come, nell’ottica leopardiana, la realtà iberica versi in uno stato di decadenza rispetto a un glorioso passato. Tale opinione nasce probabilmente anche dal fatto che Giacomo ha una visione antiprogressiva della storia. A ciò si dovrà inoltre aggiungere che gli anni a cui risalgono i passi zibaldonici dedicati alla Spagna sono quelli del pessimismo storico, periodo in cui permane l’idea, del resto mai completamente abbandonata, di una perduta «età aurorale del mondo». Si nota poi che un interesse primario di Leopardi è quello di paragonare la Spagna con l’Italia, nell’evidente percezione di un’intrinseca affinità tra i due paesi. Si segnala inoltre che fra costumi italiani mutuati dalla Spagna vi sarebbe l’abitudine di attribuire titoli nobiliari lunghi e pomposi. In generale, la condizione italiana pare al poeta nettamente peggiore rispetto a quella spagnola, in quanto alcuni elementi di preservata naturalità consentono alla terra iberica di possedere maggior vitalità rispetto all’Italia. Si analizzano poi le carte zibaldoniche dedicate alle virtù guerriere degli spagnoli, alla descrizione delle loro tradizioni, dei costumi, della religiosità, soffermandosi inoltre su un curioso giudizio leopardiano di ordine letterario in base al quale nessuna opera spagnola avrebbe mai raggiunto fama internazionale. L’ultima parte del saggio è dedicata alle osservazioni di Giacomo sull’idioma spagnolo, dalle quali emerge l’opinione di una strettissima affinità tra l’Italia e la Spagna anche sul piano linguistico, tanto che molti lemmi sarebbero entrati nel lessico di una delle due lingue proveniendo dall’altra, senza essere in alcun modo percepiti come stranieri.