L’insurrezione siciliana del 1820. Aspetti politico-costituzionali*

Sommario: L’insurrezione di Sicilia del 1820 vide l’avvicendamento sulla scena politica di due costituzioni, quella siciliana del 1812 e quella di Cadice dello stesso anno, adottata dal parlamento napoletano. Nello scontro tra governo napoletano e gli insorti palermitani due sono...

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Autor principal: Grimaldi,Angelo
Lenguaje:Italian
Publicado: Pontificia Universidad Católica de Valparaíso, .Facultad de Derecho, Escuela de Derecho. 2018
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Acceso en línea:http://www.scielo.cl/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0716-54552018000100213
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spelling oai:scielo:S0716-545520180001002132018-09-25L’insurrezione siciliana del 1820. Aspetti politico-costituzionali*Grimaldi,Angelo Costituzione siciliana Costituzione di Cadice manifesto e convenzione autonomia amministrativa indipendenza Regno di Sicilia parlamento siciliano Sommario: L’insurrezione di Sicilia del 1820 vide l’avvicendamento sulla scena politica di due costituzioni, quella siciliana del 1812 e quella di Cadice dello stesso anno, adottata dal parlamento napoletano. Nello scontro tra governo napoletano e gli insorti palermitani due sono i documenti politici che caratterizzano l’insurrezione come mera istanza autonomistica: uno è il manifesto di risposta al proclama del principe vicario, scritto dal conte Giovanni Aceto, e l’altro è la Convenzione del 5 ottobre 1820 sottoscritta dalla delegazione palermitana. Il documento degli insorti non ha un contenuto rivoluzionario, i redattori non apprestano ideali per la realizzazione di un radicale cambiamento delle forme di governo e non propongono profonde trasformazioni di tutta la struttura sociale, economica e politica della Sicilia. Nelle istanze siciliane non sono rilevabili aspetti “separatistici”, nonostante in esse si faccia riferimento ad una passata indipendenza della Sicilia. Siamo di fronte ad un unico ordinamento statale, caratterizzato dalle rivendicazioni dei siciliani ad ottenere maggiori poteri decisionali rispetto all’unica sovranità statale esercitata dall’unico re, cui comunque rimase sottoposta il territorio siciliano. La vicenda “insurrezionale” può essere inquadrata nella generale tendenza a realizzare una forma di decentramento istituzionale e di un riconoscimento di autonomia amministrativa, pur rimanendo le richieste dei siciliani nell’alveo delle istanze “autonomistiche” e non “indipendentistiche” o “separatistiche”.info:eu-repo/semantics/openAccessPontificia Universidad Católica de Valparaíso, .Facultad de Derecho, Escuela de Derecho.Revista de estudios histórico-jurídicos n.40 20182018-08-01text/htmlhttp://www.scielo.cl/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0716-54552018000100213it10.4067/S0716-54552018000100213
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Grimaldi,Angelo
L’insurrezione siciliana del 1820. Aspetti politico-costituzionali*
description Sommario: L’insurrezione di Sicilia del 1820 vide l’avvicendamento sulla scena politica di due costituzioni, quella siciliana del 1812 e quella di Cadice dello stesso anno, adottata dal parlamento napoletano. Nello scontro tra governo napoletano e gli insorti palermitani due sono i documenti politici che caratterizzano l’insurrezione come mera istanza autonomistica: uno è il manifesto di risposta al proclama del principe vicario, scritto dal conte Giovanni Aceto, e l’altro è la Convenzione del 5 ottobre 1820 sottoscritta dalla delegazione palermitana. Il documento degli insorti non ha un contenuto rivoluzionario, i redattori non apprestano ideali per la realizzazione di un radicale cambiamento delle forme di governo e non propongono profonde trasformazioni di tutta la struttura sociale, economica e politica della Sicilia. Nelle istanze siciliane non sono rilevabili aspetti “separatistici”, nonostante in esse si faccia riferimento ad una passata indipendenza della Sicilia. Siamo di fronte ad un unico ordinamento statale, caratterizzato dalle rivendicazioni dei siciliani ad ottenere maggiori poteri decisionali rispetto all’unica sovranità statale esercitata dall’unico re, cui comunque rimase sottoposta il territorio siciliano. La vicenda “insurrezionale” può essere inquadrata nella generale tendenza a realizzare una forma di decentramento istituzionale e di un riconoscimento di autonomia amministrativa, pur rimanendo le richieste dei siciliani nell’alveo delle istanze “autonomistiche” e non “indipendentistiche” o “separatistiche”.
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