Di Dante, Pellico, Petito e Francesca da Rimini. Qualche divagazione

Riflettendo sulla parodia della Francesca da Rimini di Silvio Pellico (1815), cult play delle scene ottocentesche italiane, che Antonio Petito compose nel 1866, il lavoro suggerisce di considerare l’attore-autore napoletano non solo una voce caustica nei confronti di tanto (vacuo) teatro del suo te...

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Main Author: Francesco Cotticelli
Format: article
Language:CA
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Published: Universitat Autònoma de Barcelona 2014
Subjects:
P
Online Access:https://doaj.org/article/bf99a60c042e48d5a1514aaca58e7b04
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Summary:Riflettendo sulla parodia della Francesca da Rimini di Silvio Pellico (1815), cult play delle scene ottocentesche italiane, che Antonio Petito compose nel 1866, il lavoro suggerisce di considerare l’attore-autore napoletano non solo una voce caustica nei confronti di tanto (vacuo) teatro del suo tempo, ma anche – per questa sottile vis polemica – un “interprete” inconsapevole ma lucido dello spirito militante dantesco.   Reflecting on the parody of Silvio Pellico’s Francesca da Rimini (1815), cult play of the nineteenth Century Italian scenes, that Antonio Petito composed in 1866, the work suggests to consider the neapoletan actor-author not just as a caustic voice towards so (inane) theatre of his time, but also – for this fine polemic vis – an unaware but polished “interpreter” of dante’s militant spirit.